Marchiondelli

la popolarità nei social networkTutti comprendiamo cosa significhi popolarità, no?
Un libro, una persona, un sito, una canzone diventano popolari quando sono visibili, conosciuti da molte persone.
In internet si definisce viralità la velocità con qui si arriva a un alto livello di popolarità: Molte persone propagano velocemente (contagiano, come un virus) l’informazione ad altre persone, che continuano a propagare.

Ci sono discussioni, libri, articoli, consigli su come rendere “virale” e popolare una persona, sito, libro, film.

E secondo la mia opinione sono tutti validi, ma nessuno vi può garantire il risultato.

 

E qui vi spiego perché.

Sappiamo che internet è una rete, come lo è il web, come lo sono i social network, e lo sono tutte quelle realtà in cui due o più oggetti sono collegati tra loro.
Anche il nostro cervello è una rete! (di neuroni)

Ogni rete può essere rappresentata da un grafo, una mappa, in cui gli oggetti collegati sono i “nodi” e i collegamenti sono “ariste”, ne ho parlato in questo articolo: Facebook, Whitman, Königsberg, il francobollo: il mistero di Edgerank svelato!

Gli studiosi delle reti hanno ipotizzato un effetto di rafforzamento delle connessioni che hanno battezzato: “Il ricco diventa più ricco” (rich get richer effect): Secondo loro, agli stadi iniziali, la popolarità di un sito, pagina, persona, di un nodo della rete è molto fragile. Ma una volta che hanno acquisito una certa popolarità, l’effetto “il ricco diventa più ricco” potrebbe renderli ancora più popolari.
Ma l’innesco di quest’effetto è imprevedibile, precario, e, secondo le loro stesse parole, pieno d’incidenti e mancate occasioni.

Salgankik, Dodds e Watts hanno condotto nel 2006 un interessante esperimento a questo riguardo. Se v’interessa approfondire, ecco il loro articolo originale:

 

In quest’esperimento, crearono un sito da cui era possibile scaricare 48 canzoni diverse, tutte sconosciute e di qualità diverse. Tutte canzoni vere, di gruppi o cantanti esistenti.

Ai visitatori del sito veniva presentata una lista delle canzoni e la possibilità di ascoltarle in anteprima. A ognuno veniva inoltre presentata una tabella con il conteggio aggiornato dei download eseguiti per ciascuna canzone.
Alla fine delle sessione all’utente era possibile scaricare gratuitamente la canzone o canzoni che gli fossero piaciute di più.

Chiaro, no? Un sito come tanti veramente esistenti, in cui vengono presentate cose che diventertanno più o meno popolari, e la misura della loro popolarità è il numero di download.

Nell’esperimento quello che succedeva in realtà è che ogni visitatore veniva, a caso, dirottato verso uno dei nove siti (mondi) paralleli creati per l’esperimento.

In altre parole, c’erano ben nove siti uguali, con le stesse canzoni, presentate nello stesso modo e tutte con il contatore dei download a zero. Quando una persona visitava il sito dell’esperimento, si collegava a uno di questi siti, mentre una seconda persona probabilmente si sarebbe collegata a uno degli atri otto, e così via.

Si scoprì così che ogni sito parallelo evolveva in maniera diversa e la popolarità di ogni canzone variava considerevolmente da un sito all’altro.

Certo, le canzoni di qualità maggiore non erano mai in basso alla classsifica, come le canzoni peggiori non erano mai in alto. Non c’era una corrispondenza univoca tra qualità e popolarità, sebbene non si potesse prescindere del tutto dalla qualità.

I tre autori della ricerca conclusero che il feedback “sociale” aumentasse l’ineguagliuanza e imprevedibilità dei risultati.

Infatti, nel sito in cui agli utenti non era data alcuna indicazione sulla popolarità di una canzone (non veniva mostrato il contatore dei download), il divario tra le canzoni fu molto minore.

La conclusione, secondo le loro stesse parole:

“…as social influence increases … …which particular products turn out to be regarded as good or bad becomes increasingly unpredictable, whether unpredictability is measured directly (Fig. 2) or in terms of quality.”
(TRAD: …con l’incremento dell’influenza sociale… …quale prodotto specifico sia considerato buono o cattivo diventa altamente imprevedibile, sia che quest’imprevedibilità sia misurata direttamente che in termini di qualità.)

La loro conclusione finale? Che non importa quante informazioni o abilità si abbiano (come esperti di una materia). Sarà impossibile prevedere oltre un certo limite il risultato di un’azione in un mercato soggetto a decisioni prese da individui, ma soggetti all’influenza sociale di altri individui.

La mia personale, opinabilissima conclusione?

Tutte le ricette, metodi, consigli per aumentare la popolarità di qualcosa possono essere validi, certamente. E un bravo consulente saprà guidarvi verso quelli più efficaci, a seconda del prodotto, del target, del network e del mezzo scelto

E qui troverebbe posto un lungo elenco di tecniche, dal SEO al marketing tradizionale, non ha importanza.

Perchè quello che importa è che è giusto che paghiate le competenze dell’esperto o della squadra di esperti.

Ma diffidate di coloro che pretendono di garantirvi dei risultati!

Nota finale: i risultati sono, a volte, facilmente falsificabili, secondo cosa si voglia misurare. E vi rimando, come esempio, alle interessanti ricerche del Professor Marco Camisani Calzolari, a cominciare da quella follower robot su twitter oppure il breve articolo suol suo blog che ha scatenato infinite polemiche sul ruolo dei fan e follower  ed il loro acquisto spregiudicato, che trovate sul suo blog, qui: Finti followers e finti fans

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