Marchiondelli

una sicura bufala facebook
A proposito di bufale facebook… Questa sicuramente lo è!
Buon martedì grasso! Si sa, a carnevale ogni scherzo vale, ed in questa giornata molti ne approfitteranno. Ma uno scherzo innocente e divertente può comunque fare danno. Quindi attenti!

Invece bisogna sempre stare allerta sulle bufale che circolano da sempre, già prima di internet, poi via email, ora sui vari social network.

Ne esistono di vario genere, da quelle più o meno innocenti, a quelle dannose in vari gradi, a quelle che sono vere e proprie truffe.

Non pretendo certo con questo articolo darvi una ricetta sicura per riconoscerle o per diventarne immuni. Però posso darvi qualche risorsa utile.

La prima risorsa? Il vostro cervello! Usatelo! Perché, come dice qualcuno, pensare è gratis e invece non farlo potrebbe costarvi molto.

Vediamo intanto cosa si intende per bufala.

Secondo il vocabolario Sabatini-Coletti:

bufala[bù-fa-la] s.f.
1 Femmina del bufalo: mozzarella di b.
2 In senso scherz., notizia clamorosamente infondata, panzana; anche, errore madornale: prendere una b.
• sec. XIV

Quindi per noi una bufala è una notizia clamorosamente infondata. Purtroppo la fondatezza o meno di una notizia non è sempre così evidente, specialmente se fuori dall’area di propria competenza.

Naturalmente ci sono sempre degli indizi che, dovrebbero metterci in allerta sempre. Il bravo Paolo Attivissimo, che si definisce a buona ragione e merito un cacciatore di bufale, ci da qualche dritta nel suo blog, nella popolare sezione del servizio antibufale.

Ecco le linee guida che egli stesso segue:

In genere basta usare gli strumenti offerti da Internet. Ecco come procedo io. Potete divertirvi anche voi a fare i Detective Antibufala:

  • Parto sempre dal presupposto che tutti gli appelli che ricevo sono bufale fino a prova contraria. Molti utenti, invece, danno per buono tutto quello che leggono sullo schermo del PC. Lo so, il mio è un atteggiamento cinico, ma deriva dall’esperienza: la maggior parte degli appelli è effettivamente falsa.
  • Do un’occhiata alla coerenza interna del messaggio. Ci sono contraddizioni evidenti? Allora è assai probabile che sia una bufala.
  • Poi guardo i dati concreti contenuti nell’appello: riferimenti a date, persone, nomi, aziende, indirizzi, leggi o documenti. Se non ci sono riferimenti precisi, anche questo mi fa propendere per la bufala.
  • Se invece i riferimenti ci sono, li indago tramite i motori di ricerca, come Google: immetto una frase tratta dal messaggio, che va scelta in modo che sia univoca, cioè costituisca una serie precisa e piuttosto insolita di parole che difficilmente compariranno in messaggi diversi da quello che sto cercando. Se non trovo niente nei siti autorevoli (riviste di settore online, CNN, BBC, Amnesty International, per esempio), è probabile che sia una bufala.
  • Sempre in Google, scelgo l’opzione Groups per cercare la stessa frase nell’archivio dei newsgroup.
  • Poi visito i siti dedicati alle bufale celebri, che sono tappe obbligate di qualsiasi indagine su catene come queste. In genere trovo che l’appello è già stato analizzato e sviscerato (autenticandolo o meno) in uno o più di questi siti.
  • Prima di raggiungere una decisione, comunque, cerco di avere più di una fonte, dato che anche le testate più blasonate ogni tanto pubblicano stupidaggini e commettono errori.
  • Come faccio a decidere se una fonte è autorevole? Seguo due criteri fondamentali: il primo è che le agenzie di stampa, CNN e BBC sono autorevoli perché fanno sì degli errori, ma in genere ci azzeccano (o perlomeno ci azzeccano molto più spesso di tante altre fonti). Il secondo è il criterio del tornaconto. Per esempio, se il Papa dice che ha le prove dell’esistenza di Belzebù, lo considero fonte di parte (ha un tornaconto nell’affermarlo). Se il Papa dice che ha le prove che Belzebù non esiste, lo considero fonte autorevole (perché manca un tornaconto, anzi, dicendolo va contro le proprie convinzioni).

Vi assicuro che la maggior parte delle volte questi semplici consigli sono efficacissimi. Per approfondire i suoi consigli potete leggere le sue domande e risposte frequenti (faq) qui.

Oltre al blog di Paolo Attivissimo , dove mantiene un ben documentato elenco di bufale esistono altre risorse in rete e sono:

In italiano:

Centro per la Raccolta delle Voci e delle Leggende Contemporanee
 Leggende Metropolitane

e il newsgroup in italiano  it.discussioni.leggende.metropolitane, cui potete accedere anche da qui.

 

In inglese:

Urban Legends
The Hoax Museum Blog
Vmyths – Truth about computer security hysteria
The Email Junkyard
Hoaxbuster.com
Snopes.com
Break the Chain

In alcuni casi, seguendo i link sopracitati il vostro browser potrebbe lanciarvi un avvertimento che riguarda la pericolosità del sito. Tutto OK, non preoccupatevi, succede solo che in quei siti son elencati anche link pericolosi, e in automatico il vostro computer non distingue tra un sito buono che li denuncia e un sito cattivo che tenta invece di ingannarvi con essi.

Ma la risorsa più importante, non dimenticatelo mai, è il vostro cervello!

Nessuno è perfetto e non bisogna sentirsi in colpa per aver dato credito a una bufala. Ma in certi casi far finta di niente, perchè ci si vergogna neanche un po’, è normale, non serve. Anzi!

Se ci siete cascati e magari, credendo di far del bene, avete contribuito alla diffusione di una bufala, allora rimediate avvisando tutti coloro cui l’avevate trasmessa. Se avevate avuto l’impulso di avvisare gli amici di un (falso) pericolo perchè volete loro del bene… Dimostratelo davvero avvisandoli che quella era una notizia falsa, che purtroppo ci siete cascati, ma che per fare non la diffondano ancora. Vedrete che apprezzeranno il gesto, quasi sempre, e anzi, cominceranno a rispettare di più i vostri consigli. In fondo lo sapevamo già da bambini, no?

illustrazione della fiaba al lupo al lupo
Al pastore burlone che secondo Esopo gridava sempre “al lupo, al lupo!” per prendersi gioco dei suoi compaesani, quando il lupo si presentò davvero, non gli credettero. E rimase senza pecore….

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