Marchiondelli



Forse penserete che ho sbagliato: Social network e i bambini? Ma se loro non ne hanno accesso! Facebook vieta ai minori di 13 anni di iscriversi. E si fida di chi si iscrive chiedendo la data di nascita. Che, ovviamente, tutti dichiarano con sincerità. Davvero?

In realtà bambini e adolescenti fanno largo uso di internet e dei social network.

Il network EUKIDSONLINE, con la partecipazione della London School of Economics (LSE) ha svolto una ricerca, cofinanziata dall’unione europea.

La ricerca si è svolta tramite un sondaggio: sono stati intervistati 25.142 bambini tra i 9 e 16 anni in 25 paesi dell’unione europea durante la primavera estate del 2010.

Oggetto del sondaggio era investigare i rischi a cui sono esposti, ed in particolare riguardava la pornografia, il bullismo, messaggi a sfondo sessuale, contatti con persone mai incontrate di persona, incontri offline con contatti online, esposizione a contenuti potenzialmente dannosi generati da altri utenti e abuso dei dati personali.

Come si vede dal grafico, solo il 7% degli intervistati usano poco frequentemente internet.

Ben il 93% lo usa almeno una volta a settimana. Attenzione: nella fascia di età 15/16 anni coloro che usano internet almeno una volta al giorno sale dal 31% a un 80%!!!

 

Il fenomeno da notare è che l’età a cui avviene il primo approccio alla navigazione online si abbassa sempre di più:

 

Da dove accedono a internet i nostri ragazzi?

Ebbene, nel 87% de casi lo fanno da casa, ma anche da scuola, con un 63% di casi (ovviamente, c’è chi accede sia da casa che da scuola!).

Ma le opportunità di accesso a internet si moltiplicano e diversificano.

IL 33% dei ragazzi puo accedere a internet da un telefonino, palmare o tablet.

Il che significa che può farlo quasi ovunque: infatti il 49% lo fa dalla propria camera da letto.

Per cosa lo usano? Nella maggior parte dei casi per fare ricerche scolastiche (85%), giocare (83%), guardare videoclip (76%) e per scambiarsi messaggi o chattare (62%).

Relativamente pochi pubblicano foto (39%) o messaggi che altri possono condividere (31%), usano la webcam (31%), accedono a siti di file sharing (16%) o scrivono Blog (11%)

Ma al di là dei numeri, è evidente che i ragazzi sono molto attivi, sfruttano tutte le tecnologie disponibili e lo fanno attivamente.

Il 59% degli intervistati ha un profilo su un qualche social network.

Ma è interessante osservare la suddivisione per fascia d’età:

Ben il 26% per cento del totale ha un profilo pubblico: questo significa che senza adeguati controlli e impostazioni CHIUNQUE può vedere ciò che pubblicano o interagire con loro!

In molti casi ne sanno di più dei loro genitori (36%) e questo significa che le loro azioni sono fuori dal controllo di un adulto, con tutti i rischi che ne conseguono.

Ecco,i rischi. Precisiamo che non sempre rischio equivale a danno subito. Secondo l’inchiesta evidenzia una diversa percezione: I bambini intervistati dichiarano di sentsi più disturbati da atti di bullismo che dalla visione di immagini sessualmente esplicite.

Ma quali sono i rischi?

 

 

Questi esposti sono i rischi a cui gli stessi bambini dichiarano di essere stati esposti almeno una volta. Per pornografia si intende che hanno visto immagini contenenti persone nude o che facevano sesso.

Per sexting si intende lo scambio di messaggi a contenuto sessuale. In questo particolare caso il 15% ne ha ricevuti, e il 3% li ha anche inviati: Se la matematica non è una opinione e le mie conoscenze di statistica non mi ingannano, questo significa che una buona percentuale di bambini tra i 9 e 16 anni ha ricevuto messaggi a contenuto sessuale da adulti!

I dati relativi a odio, pro-anoressia, autolesionismo, assunzione droghe e suicidio si riferiscono a bambini che hanno visionato contenuti generati da altri utenti che contenevano tale tipo di messaggio.

Il problema, secondo questa ricerca, è che spesso i genitori dei bambini non sono nemmeno consapevoli dei rischi che corrono i loro figli: Ben il 40% dei genitori i cui figli hanno visto immagini sessualmente esplicite dichiarano che ciò non è avvenuto e addirittura il 56% non sa che i propri figli hanno ricevuto messaggi offensivi oppure odiosi.

Questo non significa che non si preoccupino, perché almeno il 70% dei genitori dichiara di aver almeno parlato coi figli su ciò che fanno su internet e il 58% vigila di persona.

Ma comunque uno su otto non se ne interessa proprio.

Pochissimi (28%) usano strumenti tecnologici per controllare o filtrare la navigazione dei figli su internet.

Forse perché pensano che ai loro figli non potrà capitare niente di male. Di solito le cose brutte capitano agli altri, no? Ben il 73% la pensa così.

E voi?

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